13 Gennaio 2012
La riunione si è svolta presso la medesima sede del Consiglio Nazionale (vedi qui sopra) dalle 9.30 alle 12,30.
Vi hanno partecipato, oltre al presidente nazionale d. Vittorio Peri e la collaboratrice di Presidenza sr M. Chiara Bonzano:
Bonari mons. Luca (Siena), Capizzi don Nunzio (Catania), Costa mons. Franco (Padova), Lorini don Nicola (Savona), Petrolino dott. Enzo (Reggio C.), Pitta don Antonio (Roma), Vitali don Dario (Velletri). Assenti giustificati: il vescovo Carlo Ghidelli, d. Erio Castellucci, mons. Luigi Renna, mons. Ignazio Schinella.
L’ordine del giorno prevedeva solo due argomenti: il convegno nazionale del prossimo novembre e il secondo seminario di studio sulla spiritualità diocesana.
Convegno
L’ampia discussione riguardante i contenuti del convegno — sostanzialmente: la missione della Chiesa, oggi — e il programma hanno occupato gran parte della mattinata. Alla fine, ci si è trovati d’accordo sull’importanza di un duplice ascolto, da parte della Chiesa.
L’ascolto del mondo, anzitutto. La conoscenza cioè, ma non per sentito dire, della concreta situazione del proprio territorio parrocchiale/diocesano: attraverso incontri diretti con le singole persone (la “pastorale della strada”), e soprattutto con le famiglie, da visitare sistematicamente casa per casa, passando, come ha detto d. Bonari, “dalla strategia del campanile a quella dei campanelli”.
È il metodo più diretto per conoscere “le speranze e le angosce” cui accenna l’incipit di Gaudium et spes e per suscitare le “domande di senso” insabbiate nel cuore di molti. E ciò, per sintonizzare la nostra comunicazione con il sentire della gente, oltre che per evitare l’offerta di risposte a domande che nessuno si pone. Un ascolto che, forse, potrebbe rivelarci l’inutilità di tanti nostri affanni pastorali e — magari — la senescenza di tanti obsoleti orpelli che agghindano, perfino nei riti liturgici, il nostro mondo fino a farlo percepire un “altro” mondo.
“I primi cristiani – è stato rilevato – non avevano di fronte a sé strutture pastorali precostituite; essi le creavano secondo le esigenze della missione. Oggi invece, per la nuova evangelizzazione, siamo spesso “costretti” a servirsi di metodi e strutture confezionati a misura di un mondo che non c’è più”.
Il primo passo – ma non il più facile -, è rendersene conto.
L’ascolto poi della parola di Dio. Ciò, nel convegno, dovrebbe avvenire con una specifica riflessione sugli Atti degli apostoli, ove sono presentati il protagonismo dello Spirito Santo, gli altri soggetti della missione (non solo gli apostoli ma anche i laici; non solo gli uomini ma anche le donne), i luoghi, i metodi ecc.
Il Convegno dovrà assumere un “taglio” educativo, in armonia con le indicazioni dei vescovi italiani per il presente decennio nella prospettiva dell’ “anno della fede” che avrà inizio il prossimo 11 ottobre (50° anniversario dell’apertura del Concilio) per protrarsi fino al 24 novembre 2013 (solennità di Cristo Re).
Seminario di studio
Lo faremo a dieci anni circa di distanza dal primo e nel 150° anniversario di fondazione dell’Unione apostolica del clero: due riferimenti che non potranno essere ignorati.
Il Centro studi ha discusso la proposta di nominativi degli esperti da invitare, presentata dal presidente cercando anche di precisare il metodo di lavoro.
A proposito degli esperti si consiglia di scegliere tra i docenti o ex docenti di Facoltà teologiche tenendo conto di alcune aree di specializzazione: ecclesiale, spirituale, pastorale, antropologica.
Circa il lavoro seminariale, si ritiene opportuno che gli invitati presentino i loro contributi scritti – che verranno raccolti poi in un libro – , non prima né durante il Seminario, ma dopo la sua conclusione, in modo che ciascuno possa tenere presenti i dati dell’indagine, che saranno presentati da d. Lorini, le relazioni dei docenti Castellucci e Vitali come anche il dibattito, che si spera non solo schietto ma anche ricco di idee e di proposte pastorali (V.P).