UAC: dono e risorsa

L’incontro con l’UAC, per un presbitero o un diacono, è un dono e una risorsa. Io ho incontrato ed ho aderito ad essa fin dall’inizio, negli anni di discernimento prima del diaconato. Vi ho aderito, era l’anno 1964, quasi naturalmente con la stessa ordinazione sacerdotale avvenuta l’anno dopo.

Ero già cosciente che la stessa ordinazione porta in sé tutta la grazia per essere “sacerdote”. In questo di­scernimento vocazionale mi è venuta incontro l’UAC, quasi per ricordarmi nel quotidiano la fedeltà alla co­munione presbiterale.

Ho sperimentato il servizio che ha reso e rende agli associati. Si avverte il richiamo forte e piacevole della comunione fraterna che oggi ancora in modo vivace viene studiata, proposta e pregata, in obbedienza aiadocumenti della Chiesa.

Ritengo l’UAC molto attenta alle problematiche della vita quotidiana, senza impormi pesi, anzi facendosi carico dei nostri pesi nello spirito della vera condivisione fraterna e reale. In particolare mi ritrovo nelle riflessioni di studio e nello stile di grande rispetto della libertà e delle scelte, che sono chiamato a fare nei vari momenti della vita presbiterale.

La diocesi non può fare a meno del carisma del­l’UAC.

Ciò che auspico, per il futuro dell’UAC, è la perseveranza nel “presente” e la capacità di annunciare l’essere Presbiteri anche in questo mondo che cambia, per incoraggiare a vivere la fedeltà alla Chiesa. Ringrazio tutti coloro che svolgono questo prezioso servizio con puntualità, con intelligenza di fede, con vera carità pastorale.

 

d. Luigi Di Blasi

Vicario episcopale per il clero e parroco, Avellino