I Cenacoli

Una peculiarità dell’Unione apostolica

Non sono stati certamente inventati dall’UAC, i cenacoli. Ma è certo che ne caratterizzano la vita, come scrive il nostro Direttorio: l’associazione “attiva esperienze di spiritualità e di dialogo tra gli aderenti, come i cenacoli mensili e altri incontri” (art.2, n.2/e).

Chi li ha frequentati sa bene che non sono fatti per concordare iniziative pastorali o programmare sinergie operative. Sono invece occasioni per far crescere la fraternità tra i ministri ordinati di una diocesi, per “raccontarsi” al fine di conoscersi meglio, per confrontare idee e prospettive su un determinato tema prescelto, volta per volta.

 

Lo schema dell’incontro (a scelta: una mattinata o un pomeriggio) è libero, anche se non dovrebbe mai mancare un momento di preghiera liturgica e… una conviviale conclusiva.

In passato questa rivista ha proposto diversi argomenti di riflessione. Ne proponiamo ora due:

  1. tenendo conto del 150° di fondazione, possiamo chiederci: Cosa possiamo fare in diocesi per far conoscere l’UAC? E perché farla conoscere?
  2. possiamo in altra occasione chiederci: La nostra Chiesa diocesana ha delle peculiarità che la caratterizzano. Conosciamo questo “genius loci”? E come ce ne serviamo nella quotidiana azione pastorale?

Sarebbe poi interessante far conoscere agli altri, attraverso questo periodico, le più significative risposte.
(E’ utile per questa riflessione consultare la “scheda di ricerca” pubblicata in calce al primo volumetto dei nostri quaderni scritto da Erio Castellucci e intitolato “La spiritualità diocesana”. E’ stato ampiamente diffuso tra i soci UAC.)