PADOVA – MONS. CLAUDIO BELLINATI E’ TORNATO ALLA CASA DEL PADRE

Partecipiamo, con la diocesi di Padova, nella preghiera di suffragio per

Mons. Claudio Bellinati

Era iscritto all’UAC del Circolo di Padova

La sera di giovedì 18 febbraio Mons. Claudio Bellinati ha concluso la sua vita, come una lampada si spegne consumato tutto l’olio, all’età di quasi 96 anni. E’ mancato nella casa in cui viveva con la sorella, accanto al Torresino.
Nato a Pontelongo il 19 febbraio 1922, ordinato prete dal vescovo Carlo Agostini il 1 luglio 1945, visse per oltre settanta anni da prete, anche se non impegnato in primis nel servizio liturgico. E’ stato canonico della Cattedrale per oltre 30 anni, presiedendo per molto tempo la messa del Capitolo, celebrando in Cattedrale e nella Chiesa di sant’Andrea la Messa domenicale con omelie accurate, ma il suo ministero principale è stato su altri fronti.
E’ stato insegnante. Ha iniziato nel Seminario minore di Thiene, mentre acquisiva le lauree in Lettere e in Filosofia. Nel 1954 il vescovo Bortignon lo inviò a Borca di Cadore come docente qualificato presso il Collegio Dolomiti Pio X, appena assunto dalla diocesi. Nel 1960 ritorna a Padova ed inizia ad insegnare al Collegio Barbarigo, nel 1961 assume l’incarico di insegnante di religione presso il Liceo classico Tito Livio, un compito che svolgerà per 25 anni. E’ stato punto di riferimento per colleghi, studenti e famiglie, impegnato in prima persona, nella vita dell’istituto, anche nella attuazione delle prime forme di partecipazione attiva degli studenti attraverso assemblee e rappresentanti. Preparava lezioni culturalmente impegnative, stendendo dattiloscritti e dispense per gli studenti, invitandoli a ricerche su luoghi di culto e opere d’arte a carattere religioso.
Dal 1961 al 2004, per oltre quarant’anni, svolse il servizio di archivista dell’archivio della curia vescovile e di direttore della biblioteca capitolare. E’ stato lui che, con la munificenza del vescovo Bortignon, ha attrezzato con nuove scaffalature ed ha organizzato Archivio e Biblioteca, così da renderli quotidianamente e regolarmente accessibili agli studiosi e agli studenti per la redazione delle loro tesi di laurea.
E’ stato un cultore dell’Arte Sacra. Entra in questa area nel 1973 curando l’erezione del museo diocesano d’arte sacra e ne divenendone il primo direttore. Nel 1982 viene nominato presidente della commissione diocesana Arte Sacra e conserva questo compito fino al 1995. In questa veste è chiamato ad interessarsi delle nuove chiese e del restauro e la tutela di opere d’arte di tutta la diocesi, curando quando occorreva anche l’indagine storica. Come esperto dell’arte della città diede il suo apporto all’avvio e alla svolgimento dell’iniziativa culturale estiva di Padova, i Notturni d’arte. Per la sua acquisita competenza nel 1995 è nominato prima consultore e poi membro della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. Nel 2005 viene chiamato come Consulente dell’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI).
Ma forse la qualità più qualificante della figura di mons. Claudio Bellinati è l’infaticabile impegno di studioso, in cui ha profuso tutta la sua dedizione, mosso da un interesse eclettico, che lo portava ad accostarsi ai più svariati temi della cultura storica locale di cui sono prova i numerosissimi articoli (collaborava sistematicamente con L’Osservatore Romano e con La Difesa del Popolo), saggi, conferenze, prodotti in oltre cinquant’anni di appassionata ricerca, e ancor più l’impressionante mole di appunti, annotazioni , schemi di lavoro conservata nell’Archivio diocesano. Possiamo dire che non c’è settore dell’Archivio diocesano che non conservi traccia del suo passaggio.
I suoi campi d’indagine prediletti riguardano, tra tutti, il proto cristianesimo a Padova, Dante, Giotto e la Cappella degli Scrovegni ( con pubblicazioni tradotte in altre lingue) , Petrarca e la sua casa canonicale, San Gregorio Barbarigo, l’arte religiosa, in particolare medievale. Era membro dell’Istituto di Storia Ecclesiatica Padovana e socio dell’Accademia Galileiana
La sua competenza nella storia padovana e la sua disponibilità a collaborare lo portò a intrattenere relazioni di reciproca stima con i rappresentanti del mondo accademico e culturale cittadino. Ebbe anche riconoscimenti civili, come la Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della Cultura, dell’arte, e l’iscrizione nell’albo dei Padovani Eccellenti. Quanto fosse noto in città lo mostra lo spazio dato dai quotidiani locali alla sua figura nell’annuncio della morte.
La diocesi di Padova e in particolare il presbiterio diocesano ringraziano il Signore per questa singolare figura di prete, che ha lavorato fino agli ultimi giorni sulla frontiera della cultura. Ora i suoi occhi si sono aperti alla Verità e Bellezza senza fine.